“Soffitti di cristallo, radici d’acciaio”: una lettura che trasmette forza e ispira a superare ogni ostacolo.

Vi proponiamo un libro recente e meritevole di lettura, riguardante il tema dell’importanza dell’attenzione nel vita delle persone.

Recensione a Morandi Francesca (con Silvia Pagliuca), Soffitti di cristallo, radici d’acciaio, Il Sole 24 Ore, Milano, 2025

Ho letto con grande interesse questo volume il cui sottotitolo è “Nove storie di forza e coraggio delle donne nell’impresa e nella società”. Francesca Morandi, coadiuvata da Silvia Pagliuca, tratta il tema con grande intelligenza e decisione, e conduce conversazioni che non cadono mai nel banale o nello scontato. Le intervistate (che sono in realtà nove più due) sono nell’ordine: Emma Marcegaglia (intervistata dal bravissimo Paolo Bricco), Amalia Ercoli Finzi ed Elvina Finzi, Claudia Parzani, Cristina Scocchia, Riccarda Zezza, Cristiana Scelza, Marina Salamon, Barbara Cominelli. A queste si aggiunge l’intervista “impossibile” con la bisnonna Flavia Ottivia Bulgherini.

Sarebbe troppo lungo anche solo introdurre ognuna di queste donne di grande successo in ogni campo. Preferisco piuttosto segnalare alcune tematiche particolarmente interessanti che vengono di volta in volta toccate e alcuni “concetti” che secondo me indicano il contenuto del volume meglio di tante parole. Nel libro si parla di alcune caratteristiche dell’essere donna, tra cui la curiosità (p. 41, 54) la tenacia (59), il senso del lavoro (79), la maternità (paragonata per esperienza formativa a un MBA: 75). Tutto questo non va però confuso con un femminismo stereotipato (p. 103), ma vuole essere una rivendicazione meritocratica (p. 67) del ruolo che la donna può svolgere in settori prettamente maschili, come quello siderurgico (p.123) in cui Francesca Morandi lavora.

In questo senso la lettura di questo libro farà bene non solo alle donne ma anche (e forse soprattutto) agli uomini, perché vi troveranno storie incredibili di donne madri (con anche 6 figli!) ma capaci di svolgere con successo ruoli di primaria importanza e difficoltà nei settori più disparati.

Chiude il libro una “sconfortante” pagina in cui si elencano alcuni dati italiani riguardo al gender gap (139).

Ma non è certo lo sconforto quello che il libro trasmette. È anzi una grande forza e un grande desiderio di “ribellione verso sistemi precostituiti” (p. 133) che, però, come precisa Francesca Morandi, deve essere accompagnato “dal vento in poppa della memoria, l’unico capace di trasformare storie antiche in nuova luce. Proprio come la mia bisnonna Fiorina”, ostetrica professionista che divenne nella sua cittadina un punto di riferimento per tutti (p.129).